giovedì 4 novembre 2010

Perugia, il Grifone e la fontana

Di Carlo Macagno
La seconda conferenza in calendario per la settimana della lingua italiana è stata tenuta dal Dott.Andrea
Maddalena che ci ha intrattenuti con un’interessante trattazione intitolata “Perugia, il grifone e la fontana”,
accompagnato dalle melodie suonate con maestria dalla signora Eveline D’Hanens con la nichelharpa , uno strumento davvero insolito di cui esistono in Belgio soltanto dieci esemplari. Questo accostamento di parole,immagini e musica dal vivo si è rivelata una formula molto ben riuscita. Infatti se la parola ci descrive quello che vogliamo trasmettere, l’immagine dà forma viva a quello che abbiamo descritto, la musica dà invece forma all’invisibile, all’anima del luogo e al  momento descritto.
Sì, perchè ogni città ha un’anima. Così la storia e l’immagine di Perugia hanno catturato l’attenzione del
pubblico, coinvolgendolo e suscitando una curiosità che forse farà inserire questa località tra quelle da visitare nelle prossime vacanze. L’argomento trattato dal Dott. Maddalena non è stato soltanto una carrellata sulla città come il titolo lasciava presupporre, ma una rievocazione di ben più ampio respiro che, partendo dalle origini dei primi insediamenti  Etruschi ha successivamente preso in esame i succesivi periodi: quello romano, medioevale, comunale, le signorie, lo stato della chiesa e poi il novecento fino ai giorni nostri. Proviamo a riassumerne alcuni punti salienti.
Secondo l’ordinamento dell’epoca, le zone sotto il controllo degli Etruschi facevano capo a gruppi di dodici
città federate (dodecapoli) e Perugia era una di queste. Nel periodo di massima espansione degli Etruschi erano state poi impostate altre dodecapoli: una a nord e una a sud dell’attuale Toscana, tuttavia questi progetti restarono incompiuti a causa della successiva espansione romana. L’impostazione del tessuto urbano della città, che è rimasta quasi immutata fino alla fine del 1800, è stata disegnata dagli Etruschi tenendo conto della natura del terreno e della sua difesa. A questo scopo gli antichi abitanti hanno protetto la loro città con mura lasciando cinque porte da cui partivano le strade protese verso la regione circostante: proprio come una mano che si articola in cinque dita. Questa soluzione ha prodotto una spartizione della città in cinque rioni che hanno assunto caratteristiche più marcate nel medioevo quando ogni rione aveva una chiesa e un monastero gestiti dai diversi ordini (francescani, domenicani, agostiniani, serviti e carmelitani).
Verso l’ottavo secolo la città entrò nella sfera di influenza del papato e venne retta da un governo vescovile fino all’inizio del 1100 quando fu istituito il libero comune che adottò lo stendardo con il grifone bianco in campo rosso.
Nei periodo tra il 1200 e il 1300 si verificò un grande sviluppo commerciale e urbano che ci ha lasciato
monumenti che ancora oggi possiamo ammirare come il Palazzo dei Priori e la Fontana Maggiore. Nel 1400, quando venne eretta la cattedrale di S.Lorenzo, ci si poteva vantare del fatto che a Perugia tutti gli abitanti sapevano leggere, scrivere e usare le armi, mentre nel territorio circostante da essa controllato sorgevano numerosi castelli (tipico quello di Castiglione del lago sul lago Transimeno).
La storia della città si può ancora leggere oggi, osservando le pietre con cui sono composti i vecchi muri della
cinta di difesa che è stata nelle epoche successive irrobustita e ampliata sempre sulla stessa base. Ogni stratificazione dei muri è composta da pietre di diverso tipo e colore e ogni tipo corrisponde a un periodo ben definito. Così è facile riconoscere le aggiunte in pietra arenaria fatte intorno al 1200, quelle in pietra calcarea che risalgono al 1300 mentre dall’inizio del 1400 sono stati usati mattoni. Perugia ha ancora altre tipiche particolarità che il Relatore ci ha argutamente fatto osservare: prendendo la planimetria delle mura etrusche si può osservare che tutte le porte della città giacciono su una circonferenza, cosa insolita e forse non casuale. Se congiungiamo sulla planimetria i punti corrispondenti alle tre maggiori chiese otteniamo un triangolo. Ebbene sul baricentro di questo triangolo troviamo la Fontana Maggiore, proprio accanto alla cattedrale. Perugia è stata nel medioevo una città mistica, ma successivamente, a causa del carattere
fiero e indipendente dei suoi abitanti, anche anticlericale come reazione al dominio dello stato pontificio. Il numero cinque ad esempio, ha sempre avuto un valore simbolico importante in Perugia e si ritrova nei capitelli o bassorilievi delle porte più antiche e meglio conservate come l’arco Etrusco o la porta Marzia.
Il caloroso applauso del pubblico alla fine della conferenza è stato un grazie al Dott.Maddalena per la sua
trattazione. Ci auguriamo di averlo ancora presto tra noi.
    
 

 

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