martedì 10 maggio 2011

Film e Storia: la società italiana allo specchio

GIOVEDÍ (!) 12 maggio 2011, ore 19.30
Università Stadscampus; Rodestraat 14, 2000 Antwerpen
Dott.ssa Gigliola Mavolo
(docente Universiteit Antwerpen: Film e Storia: la società italiana allo specchio)
L'uso dei media durante il periodo fascista, in particolare i cinegiornali dell'epoca
Il regime fascista e, soprattutto Mussolini, hanno capito immediatamente l'importaza di questo nuovo strumento. Infatti il cinema da un lato e i cinegiornali, sono stati un mezzo inesperato di propaganda e di rinforzo per la dittatura nascente. Dopo una grande produzione di film fino al periodo della prima guerra mondiale, la realizzazione di pellicole era notevolmente dimminuita all'inizi degli anni '20, la ripresa avviene appunto con l'arrivo del fascismo. I grandi ispiratori del cinema dell'epoca fascista sono da un lato il cinema americano e dall'altro il cinema sovietico. Il primo si riferisce alla produzione di film volti a rappresentare una società pacificata e la piccola borghesia cittadina, mentre il secondo rappresenta i lavoratori, soprattutto della terra che mostrano la differenza tra la vita della campagna e quella della città (vedi "Terra Madre" di Alessandro Blasetti), l'autenticità di questo tipo di vita in contrapposizione con la dissolutezza della vita cittadina. Pochissimi sono i film dichiaratemente fascisti, infatti il regime non aveva bisogno di questo tipo di rappresentazioni, era molto più utile alla propaganda la rappresentazione di eroi, anche dell'antica Roma che affermavano la grandezza dell'Italia (vedi "Scipione l'Africano"). Altro punto importante della cinematografia del periodo fascista sono i cinegiornali che venivano proiettati quotidianamente prima di ogni rappresentazione. Questi ultimi servivano a diffondere la politica del regime ed in particolare la figura di Mussolini e la sua trasformazione. Infatti si può notare, per esempio, come la rappresentazione del duce si sia trasformata nel corso degli anni: con vestiti civili e rassicuranti durante tutti gli anni '20, la militarizzazione negli anni '30.

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