martedì 10 maggio 2011

Film: Fontamara, Carlo Lizzani.

MERCOLEDÍ (!) 18 maggio 2011, ore 19.00 (!) in punto
Università Stadscampus; Rodestraat 14, 2000 Antwerpen
Film: Fontamara, Carlo Lizzani.
Introdotto e commentato dal dott. Guido Hansen,
(docente di lingua e letteratura italiana e gran conoscitore dell'Abbruzzo)
Fontamara è un film del 1977, diretto dal regista Carlo Lizzani, basato sull' omonimo romanzo (1933) di Ignazio Silone, ed interpretato da Michele Placido (Berardo Viola), Ida Di Benedetto (Maria Rosa) e Antonella Murgia (Elvira) . Per i dialoghi, che si svolgono in gran parte in dialetto marsicano, Lizzani si è avvalso della collaborazione di Guido Celano e di Luigi Silori.

Fontamara è un paese della Marsica dimenticato da tutti, e i suoi abitanti - chiamati "cafoni" e considerati quali "intrattabili ribelli" - sono uomini rudi che vogliono lavorare e donne severe che sfacchinano per tutta la giornata. Invitati a scendere ad Avezzano per prendere parte a una parata fascista e, nel contempo, partecipare alla suddivisione del Fucino bonificato dai Torlonia, essi vengono presi in giro dall'avvocato concittadino Don Circostanza. Il medesimo li canzona con il giochetto dei "cinque lustri" anziche' "cinquant'anni" quando il torrente che irrigava i loro sassosi campicelli viene deviato a favore di un possidente fascista. Ma tra i "cafoni" c'è un discendente di briganti che un poco alla volta apre gli occhi. E' Berardo Viola che, deciso a sposare Elvira solo dopo avere guadagnato un poco di soldi e acquistato un pezzo di terra, ha il chiodo fisso della grande città in cui emigrare temporaneamente. Nel corso di una spedizione punitiva, dei fascisti violentano Maria Grazia. Berardo finalmente si decide e parte con il minorenne Antonio, figlio di Giovanni e Maddalena, zii di Elvira che morirà dopo avere effettuato un pellegrinaggio ad un santuario mariano della montagna. A Roma Berardo e Antonio vengono truffati da un avvocaticchio e finiscono in prigione quando, invitati al ristorante da un antifascista, vengono trovati dalla polizia con un fascio di fogli stampati alla macchia. Berardo muore in conseguenza delle torture con cui ha favorito la liberazione dell'agitatore. Antonio può tornare al paese solo dopo aver firmato una confessione con la quale si fa passare la morte di Berardo come suicidio. Ma a Fontamara è nato il giornale "Che fare?".

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