La conferenza di Emiliano Manzillo sul film muto in Italia all’inizio del ventesimo secolo è stata veramente interessante.
Ha incominciato con lo spiegarci brevemente e in modo molto chiaro i principali avvenimenti storici e i protagonisti più importanti del Risorgimento. I primi filmati all’inizio del secolo scorso avevano soprattutto uno scopo pedagogico e aiutavano a creare un certo senso di unità. Piccoli dettagli illustravano che questi filmati erano molto influenzati dalle vicende politiche e dal rapporto stato /chiesa e che venivano usati come strumento propagandistico. Il primo film ‘La presa di Roma’ aveva un aspetto ancora molto amatoriale, il secondo, però mi ha sorpresa. ‘Il piccolo garibaldino’ era di una bellezza straordinaria per quanto riguarda la messa in scena, gli effetti teatrali e le interpretazioni, tenendo naturalmente conto del periodo in cui è stato girato.
Negli anni ’80 sono stati i giapponesi a rinfrescare la memoria degli italiani con i loro cartoni animati su ‘Cuore ‘ ( libro di De Amicis’ - 1886 ) e ‘Le avventure di Pinocchio, storia di un burattino ’ ( libro di Carlo Collodi - 1881 ), due opere importanti del periodo risorgimentale. Grazie a questo risveglio un regista come Luigi Comencini ha trovato i finanziamenti necessari per poter girare la sua versione delle ‘Avventure di Pinocchio’ (serie televisiva – 1972 ).
Nell’ultima parte della conferenza abbiamo visto alcuni esempi del film documentaristico. Ne ‘La dichiarazione di guerra all’Austria’ si vedeva molto bene che la gente non era ancora abituata alla cinepresa e si metteva in posa come se fosse per una fotografia. Il secondo film ‘La guerra sull’Adamello’ mi ha veramente impressionato: un documentario della vita in alta montagna (3000 m) durante la Prima Guerra Mondiale, in un paesaggio quasi surreale, in un freddo ghiacciante, in un silenzio assoluto, delle immagini impressionanti e accattivanti.
Per chiudere la sua conferenza Emiliano ci ha fatto vedere un breve spezzone di un altro filmato, mostrando le macerie di San Martino del Carso, un San Martino del Carso distrutto, come lo dovrebbe aver visto Giuseppe Ungaretti quando scrisse la sua omonima poesia.
San Martino del Carso
( Valloncello dell’Albero Isolato, il 27 agosto 1916 )
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
È il mio cuore
il paese più straziato
Van deze huizen/is niets gebleven/dan enkele flarden muur //
Van zovelen/die met mij verbonden waren /is er niet eens /dat gebleven//
Maar in het hart/ontbreekt geen enkel kruis //
Het is mijn hart/ het meest verscheurde land //
Tratto dal libro : De mooiste van Giuseppe Ungaretti – tweetalige uitgave – edizione bilingue
Trad. Salvatore Cantore
Red. Koen Stassijns – Ivo van Strijten
Ed. Lannoo/Atlas isbn 9789020948240
Nota :
Ogni anno, inizio ottobre, a Pordenone si tengono ‘Le Giornate del film Muto’ .
http://www.cinetecadelfriuli.org/gcm/informazioni.html
La cineteca del Friuli- ArchivioCinema del Friuli-Venezia-Giulia si impegna in collaborazione con la Slovenia per il recupero e il restauro di documentari e filmati storici .
http://www.cinetecadelfriuli.org/cdf/archivio_cinema.html
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