sabato 19 maggio 2012

Club di conversazione



Club di conversazionea cura di Margherita Mazzocchi

Taverne De Merode 
Grote Steenweg 29 
Berchem (Fermata tram 7 oPPURE 15 De Merode) 

CONCERTO - Recital del pianista Alessandro Cervino


Recital del pianista Alessandro Cervino

Kasteel Steytelinck, Sint Bavostraat 20, 2061 Wilrijk
Recital del pianista 
Alessandro Cervino
(docente di pianoforte alle Muziekhogeschool Lemmensinstituut Leuven 
nonché segretario della Dante Alighieri di Anversa) 
Musiche di Franz Liszt e Johannes Brahmswww.alessandrocervino.com
Johannes Brahms – Fantasien op.116 Klavierstücke op.119
Franz Liszt – Les cloches de Genève Après une lecture de Dante
Ingresso: 8 €.

Ingresso gratuito per i soci della Dante Alighieri di Anversa Si consiglia di prenotare (anche per i soci della Dante): dante_antwerpen@hotmail.com (o tel. 03/887.38.89 Maria)

Storia della cucina italiana


Giovedí 24 maggio 2012, ore 18.30 

Università Stadscampus
Rodestraat 14 - 2000 AntwerpenDott.ssa Carla Magrini (lettrice di italiano alle università di Lovanio e di Anversa)
Storia della cucina italiana
La storia dell'alimentazione, è una storia ricca di sorprese, di civiltà alimentari che cambiano, un mondo di gusti, sapori e profumi ancora tutti da scoprire. Un mondo che possiede naturalmente la sua storia, i suoi usi e costumi, i suoi artisti, le sue leggende e tradizioni.
Dietro ai sapori, agli odori, si nascondono tantissimi significati; dietro al gusto di sedere a tavola, o di preparare una pietanza, esiste una trama fitta di simboli e linguaggi che costituiscono il variegato panorama della scienza culinaria.
Ma il cibo è anche un'occasione per incontrarsi e per far festa, un simbolo di abbondanza e di benessere. Per questo gli artisti lo hanno spesso inserito nelle immagini che hanno creato.
Dipinti, affreschi, sculture e graffiti: da sempre l'uomo ha usato l'arte per rappresentare il cibo, il suo consumo e il significato ancestrale dello "stare a tavola".
La conferenza sulla storia della cucina italiana, nel presentare un excursus dell’evoluzione dei gusti culinari e delle loro specificità socio-culturali, coglie l’occasione per proporre come sfondo auspicabilmente piacevole, una gamma di immagini pittoriche che al cibo si sono ispirate, nei vari contesti storico-artistici che si sono succeduti nel tempo.


Club di lettura


26/05/12

Grote Steenweg 29 Berchem Fermata tram 7 oppure 15 -  De Merode

La chimera, Sebastiano Vassalli
a cura di Carmine Vilardi

Cineclub: I cento passi



Cineclub: I cento passi Sabato 9 giugno 2012, ore 15 

(ingresso 4,5€ - soci della Dante 3€) 


CINECLUB KLAPPEI 


Klappeistraat 2, 2060 Anversa) Made in Italy
film italiani in sala a soli 3 € per i soci della Dante Alighieri
I CENTO PASSI (M. T. Giordana, Italia 2000, 111’ in lingua originale)
Un film diretto da Marco Tullio Giordana dedicato alla vita e all'omicidio di Peppino Impastato, impegnato nella lotta alla mafia nella sua terra, la Sicilia. A detta del regista, non si tratta di un film sulla mafia ma sull’energia dei giovani che vogliono cambiare in meglio il mondo, un film sui conflitti familiari e sui vari aspetti positivi della cultura sessantottina. E a detta nostra, è un film che vale la pena di essere visto non solo perché è un gran bel film ma anche perché figure come quelle di Impastato non vanno dimenticate.

domenica 4 marzo 2012

Club di conversazione 22 marzo


Club di conversazione
Taverne De Merode
Grote Steenweg 29. Berchem.
(Fermata tram 7 o 15: De Merode)
a cura di Margherita Mazzocchi
I seguenti giovedi' alle ore 13:
22 marzo
19 aprile
3 e 31 maggio

ADDIO A LUCIO DALLA


 È  ANCORA  APERTO IL POST DEDICATO ALL' ADDIO A LUCIO DALLA
Artista vero, persona autentica. Lucio Dalla ha lasciato un solco di musica e parole sulle anime di diverse generazioni. La sua morte, avvenuta il 1 marzo 2012, ha colto di sorpresa tutti generando un senso di perdita, un dolore sordo. Fino a ieri sera, infatti, si era esibito in Svizzera nell’ambito di un tour di concerti. E domenica (era nato il 4/3/'43, ricordate?) avrebbe compiuto 69 anni…
Letteratitudine si occupa di libri e di letteratura, ma molti mi hanno scritto chiedendo di dedicare a questo nostro grande artista uno spazio anche qui, in aggiunta agli innumerevoli messaggi che stanno inondando la rete (dai siti dei principali quotidiani ai social network).
Questo, dunque, è lo spazio letteratitudiniano per Lucio Dalla. E per chiunque, tra voi, che avesse voglia di ricordarlo con l’affetto che merita.Sul post, i video di alcune delle sue canzoni più rappresentative.
Grazie di cuore in anticipo a chi lascerà un contributo QUI
Come sempre, vi ringrazio in anticipo per la vostra partecipazione.
Massimo Maugeri

LA CERTOSA DI PARMA. Il romanzo e la miniserie Tv


 
Cari amici di Letteratitudine,
Nei giorni scorsi mi ha scritto la regista Cinzia TH Torrini per segnalarmi l’imminente “messa in onda” su Rai 1 (il 4 e 5 marzo)della nuova miniserie televisiva da lei diretta : “La Certosa di Parma” (tratta dal celebre romanzo di Stendhal). Dallo scambio scambio epistolare è nata l’idea di organizzare un dibattito online incentrato sul romanzo e sulla fiction televisiva. Alla discussione, compatibilmente con gli impegni, parteciperà anche la stessa Cinzia TH Torrini (già nota, peraltro, per aver girato - tra gli altri - Elisa di Rivombrosa I e II e Terra Ribelle).
Vi invito, dunque, a guardare la miniserie Tv e a discuterne insieme. Ne approfitto, altresì, per invitarvi a discutere sul romanzo e sul suo autore. Per favorire la discussione, pongo alcune domande…
1. Avete mai letto “La Certosa di Parma”? Se la risposta è negativa… pensate di leggere questo romanzo (prima o poi)?
2. Nel caso in cui l’abbiate letto, cos’è che vi ha colpito di più?
3. Quale ricordo (o emozione, o impressione), in particolare, è rimasto vivo nella vostra mente a seguito di quella lettura?
4. Quali sono gli “elementi di attualità” di questo libro?
5. Se doveste consigliarne la lettura a qualcuno… cosa gli direste?
6. Che ruolo ha avuto Stendhal, nella storia della letteratura?
7. Qual è l’eredità letteraria che ci ha lasciato?
Sul post troverete: il promo della fiction, una “nota” di Cinzia TH Torrini, un estratto dell’introduzione di Annamaria Laserraall’edizione de “La Certosa di Parma” pubblicata nella collana de “I grandi romanzi dell’Ottocento della Biblioteca di Repubblica” - Gruppo Editoriale L’Espresso (la Laserra è anche la traduttrice del testo) e un articolo di Daria Galateria pubblicato su Repubblica(nel gennaio del 2004) in occasione dell’uscita del volume.
Ecco il link per partecipare al dibattito: clicca qui
Auspico un’ampia partecipazione e… grazie in anticipo per i vostri contributi.
 

venerdì 2 marzo 2012

Commento alla conferenza sui Fenici


Commento alla conferenza sui Fenici in Italia tenuta dalla Dott.ssa Alice Caltabiano
Di Jacques Wittemans
Ci ha prima spiegato chi erano i Fenici: un popolo semitico del vicino Oriente che viveva sulla
costa orientale del Mediterraneo. Non erano contadini, come la gran parte dei popoli di questa regione, ma marinai, e avevano creato una marina importante per commerciare un po‟ dappertutto fino all‟Oceano Atlantico. Non esisteva uno stato fenicio ma piuttosto un certo numero di città indipendenti come Sidone, Byblos, Tiro ecc, che parlavano la stessa lingua e praticavano la stessa religione. Sono già conosciuti verso il 1200 prima di Cristo grazie alla Bibbia.
Il nome “fenice” viene da una parola greca “φοινεις” che vuol dire “rosso scuro”. E‟ vero che i
Fenici facevano nel mare la raccolta di conchiglie (i murex o murice) che davano una tintura rossa,
molto pregiata, ai vestiti. La parola latina (i punicei) è semplicemente la parola greca pronunciata al
modo romano.
Erano anche in certo modo dei produttori che fabbricavano molti oggetti in bronzo, venduti in
tutto il Mediterraneo. Per produrre il bronzo bisogna disporre di rame e di stagno. Il rame non era un
problema: si trovava in abbondanza a Cipro un‟ isola vicina. Lo stagno non si trovava tanto facilmente: le fonti conosciute all' epoca erano la Spagna e la costa sud ovest della Sardegna.
Verso l' 810 PC i Fenici fondarono la loro principale città nel Mediterraneo Occidentale, cioè
Cartagine. Si stabilirono anche in Sicilia Occidentale per proteggere il traffico marittimo attraverso il
“Canale di Sicilia “ (tra la Tunisia attuale e la Sicilia) che dava l‟accesso a tutto il Mediterraneo
Occidentale.
Vi incontrarono ben presto i Greci (800 PC): all‟origine le loro relazioni erano pacifiche ma, con
le espansioni cartaginesi e greche, scoppiarono molte guerre tra questi due popoli. Oggi si trovano resti più o meno intatti dell‟occupazione punica soprattutto sulla piccola isola di Motya. Questa non fu occupata dall‟antichità fino all‟Ottocento, tranne di una piccola comunità di francescani e le ricerche archeologiche hanno portato alla luce il porto fenicio, l‟anfiteatro e anche il “tophet”. Nel” tophet” si trovano molti vasi o urne con cenere di bambini o di piccoli animali. Secondo la Signora Caltabiano, la teoria che vuole che i bambini primi nati erano sacrificati al loro Dio potrebbe essere falsa. La mortalità infantile era importante: i bambini deceduti erano forse bruciati e si sacrificava un piccolo animale, una colomba per esempio per chiedere alla divinità di avere un altro figlio... Questi “tophet” si ritrovano dappertutto nelle colonie fenicie del Mediterraneo occidentale, ma mai nella Fenicia stessa.
In Sardegna il cui nome si ritrova su una pietra dei fenici, l‟insediamento era diverso. Bisognava
proteggere le fonti di stagno e dunque alcune città feniice furono costruite all‟interno dell‟isola e quelle città sono protette da mura impressionanti. In Sardegna, i Fenici incontrarono non solamente la
popolazione locale, ma anche gli Etruschi. Del resto nei siti fenici si ritrovano oggetti di origine sia
punica che etrusca.
La Signora Caltabiano ci ha spiegato le difficoltà delle ricerche dell‟archeologia punica in Italia:
con le guerre dei Greci e poi dei Romani contro Cartagine quasi tutto è stato rovinato. Non abbiamo
neanche testi punici, ma solamente documenti greci o romani quasi per definizione ostili a questi
popoli.
L‟arte dei fenici si distingue facilmente dall‟arte greca latina o etrusca: i simboli sono orientali, la
rappresentazione dell‟uomo è molto più rigida.
Dopo la conferenza, il nostro pubblico affascinato dal modo appassionato della presentazione
ha fatto molte domande. Speriamo di avere nel futuro la fortuna d‟ascoltare ancora questa brillantissima conferenziera.

Di Giuseppina Biscu
Grazie per la serata del 14 febbraio e maggiormente grazie per aver voluto condividere con i
presenti le Sue esperienze di anni di studi approfonditi su popoli e civiltà che purtroppo ci hanno
tramandato ben pochi reperti e ancor meno fonti scritte.
Siamo pronti a seguirla nel Suo mondo, che é diventato anche un po' il nostro, non appena
l'occasione si presenterà. Buon proseguimento e un cordiale saluto.

Di Maria Francesca Huysmans-Van den Bossche
Con molto entusiasmo Alice Caltabiano ci ha raccontato la storia dei Fenici in Italia. Il tema è
stato presentato al meglio e abbiamo imparato un sacco di cose sulla vita dei Fenici e il lavoro dei
archeologi sul campo. Di particolare bellezza erano i siti presentati, come l‟isola di Mozia, Erice e
Selinunte e affascinante la storia dei santuari “Tofet “. Alice Caltabianco parla con disinvoltura e
abbiamo passato una serata piacevole. Il discorso era così avvincente che ti veniva la voglia di
approfondirti sul argomento. L‟archeologia è tutt‟ altro che noiosa! Speriamo che ci sarà un‟altra
occasione per invitarla per una conferenza.

I commenti dei nostri soci sullo spettacolo teatrale "Eva e le Altre"


I commenti dei nostri soci
Commento sullo spettacolo teatrale "Eva e le Altre" della compagnia Bottega Magica diretta
da Vito Laraspata e Ortensia Semoli.
Di Achille Ziccardi
Più che 7 sketch ho visto 7 specchi nei quali ci siamo specchiati. Siamo tutti Adami e le donne,
nostre e non, sono tutte Eve. Gli Adami vengono da Marte, le Eve vengono da Venere. Nei 7
raccontini di ieri, solo apparentemente diversi l'uno dall'altro, tutti/tutte noi abbiamo ritrovato qualcosa (o forse molto ? moltissimo ?) di noi stessi/stesse. Abbiamo riso e sorriso, ma ci siamo posti degli interrogativi e ci siamo guardati dentro. Tutto ciò con il sorriso sulle labbra, perché ci siamo divertiti, e niente è più divertente e costruttivo che l'introspezione con humour. Ho trovato particolarmente simpatici gli episodi "Moglie di Poeta" (la protagonista semplicemente grandiosa, più che dilettante) e "Anche se ti voglio un gran bene" ma tutti bravi dilettanti, niente da ridire. Spero di vederli spesso ad Anversa.

Di Monique Cabus
Domenica 22 gennaio siamo andati a teatro ad Anversa con la nostra insegnante d‟italiano
Margherita Mazzocchi per vedere lo spettacolo Eva e le altre.
Nel giardino dell‟Eden si incontrano Adamo e Eva. Eva offre la mela ad Adamo e così la storia
comincia, accompagnata dalla musica d‟Angelo Branduardi “Cogli la prima mela”. Vengono presentati tanti sketches che mostrano le varie differenze e problemi che ci sono tra l‟uomo e la donna. Vengono rappresentate diverse situazioni reali e quotidiane della nostra vita e tutto questo con molto umorismo.
La donna si lamenta che le faccende domestiche spettano sempre a lei. Fa tante cose insieme: pulire la
casa, badare ai bambini, cucinare, fare la spesa... mentre suo marito “Dante” fa una sola cosa: scrivere.
Dante scrive la poesia sulla donna e basta.
Altre grandi differenze tra l‟uomo e la donna rappresentate nello spettacolo: lei ha sempre
freddo, lui caldo; lei preferisce stare a casa, lui invece vuole uscire... ma, l‟uomo deve anche avere molta pazienza e finalmente si rendono conto che l‟uno non può stare senza l‟altro. Lo spettacolo era molto piacevole e divertente. Ho visto tante situazioni riconoscibili. Gli attori erano bellissimi e professionali.
La regia era ottima e la scena e la musica tra i vari sketch erano veramente adatte. Consiglio lo
spettacolo per passare un pomeriggio divertente e rilassante.

Di Jan Engelen
Saranno passati quasi venti anni da quella volta che ho visitato l‟accogliente teatro „Het
Klokhuis‟ ad Anversa nella cui cantina è „probabilmente‟ sepolto il grande Rubens. Sono andato a
vedere lo spettacolo „Eva e le altre‟, recitato dalla compagnia teatrale „Bottega Magica‟.
Si trattava di sette racconti brevi che illuminavano la creatura più affascinante del mondo, la
donna, dalla prima donna „Eva‟ fino alla donna di oggi. E i tempi non sono molto cambiati. Eva, la
donna, aveva la parola e Adamo, l‟ uomo, molto silenzioso svolgeva la sua attività principale che era
quella di dormire sotto un albero. La seconda storia trattava di Messalina e Caligola, ma a dire il vero,
non ho capito molto perché gli attori parlavano, mi è stato detto, in Romanesco. Ecco una critica: la
compagnia avrebbe dovuto tener conto del fatto che ci sono dei non italiani tra il pubblico che non
sono in grado di capire il dialetto. Il frammento della vita di Dante era molto simpatico. Sua moglie si
lamentava dal grande poeta, lei doveva fare tutto in casa e Dante invece non faceva niente, sempre
seduto al tavolo, immobile, a scrivere poesie dedicate ad una certa Beatrice. La storia più divertente
era quella della coppia a letto dove il marito dormiva e la moglie non riusciva a dormire. Poi la moglie svegliava il marito e lo bombardava con tutti i tipi di domande. Ma lui voleva solo dormire. Una situazione matrimoniale molto riconoscibile. Carino era anche il frammento „Le piccole virtù‟ di Natalia Ginsburg. La donna cominciava con la frase „Lui ha sempre caldo , io sempre freddo‟, una storia di due persone totalmente differenti che comunque si amavano e alla fine della storia la moglie aveva caldo e il marito freddo. Per concludere, l‟ idea di questo pezzo di teatro è di rappresentare i classici della cultura italiana in maniera leggermente ironica. Secondo me hanno pienamente raggiunto questo obiettivo.
E il mistero della donna è ora svelato? No, ancora no...per fortuna!

Di Giuseppina Boggero
Un affresco sul mondo femminile, tratteggiato con stile ed eleganza, è stato presentato dalla
Compagnia Teatrale “Bottega magica” domenica 22 gennaio al teatro “Het Klokhuis” con il titolo
“Eva e le altre”. Donna arguta e dinamica, Eva percepisce da subito la situazione delle cose che le
stanno intorno e passa all‟applicazione pratica con sottile arroganza nei confronti del compagno più
lento e sonnecchioso , verso il quale però nutre una piacevole attrazione. Le scene rappresentate si
susseguono in tempi diversi dove felicità e tristezza, malumore e riconciliazione della coppia si
alternano con lo sconcerto degli uomini che si domandano come comportarsi con le loro donne.
L‟espressione intensa sul volto degli attori dà un forte risalto ai divertenti dialoghi. Spettacolo ben
riuscito, grazie alla regia di Vito Laraspata e Ortensia Semoli, e all‟ottima interpretazione degli attori.
Una moderna visione d‟insieme della coppia che mette in risalto la capacità della donna di offrire
“ispirazione e consolazione ”.